L’omeopatia continua a fornire occasioni di grandi contrasti nel mondo medico e scientifico in genere. Che sia ancora un “nervo scoperto” lo ha dimostrato quanto accaduto pochi giorni fa nelle Marche, dove la Regione con un twitt ha comunicato la distribuzione di farmaci omeopatici alle comunità colpite dal recente terremoto. Immediata la reazione sdegnata di parte della comunità scientifica: «inaccettabile che un’istituzione promuova una falsa cura» la considerazione più “ac­cesa”.
La Regione Marche – che nel 2013 è stata una delle prime istituzioni italiane a regolamentare l’esercizio di alcune pratiche mediche complementari come l’omeopatia – si è limitata a ri­spondere che i medicinali venivano offerti dall’Ospe­dale di Pitigliano come già avvenuto in occasione del terremoto dell’Aquila.
«Purtroppo manca la volontà di arrivare a una “verità” definitiva. Nes­su­no ha mai messo a disposizione i fondi per ricerche e studi che portassero a una sentenza sulle cure omeopatiche» commenta Ales­sia Fignon, ginecologa e tra le organizzatrici di un incontro su “Omeopatia e alimentazione”, insieme alla dietista Tiziana Sap­pia, che si svolgerà mercoledì 14 settembre (ore 20.30) a Cascina Scova.
L’omeopatia continua a essere fonte di accesi contrasti, ma nel frattempo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha di recente diffuso un documento in materia di sicurezza dei farmaci omeopatici, che di fatto ne costituisce un primo importante riconoscimento.
«Purtroppo non c’è uni­formità nemmeno all’interno dell’omeopatia. Ci sono approcci diversi. Io seguo la scuola hannemanniana fondata a To­rino da Paolo Greco, allievo del professore An­tonio Negro. Per me è im­portante andare alla radice del problema e non mi limito a contrastare il sintomo. Occorre comprenderne i motivi, valutando le abitudini alimentari, la “famigliarità” del paziente… e si riesce an­che a evitare che il sintomo si ripresenti».
Mercoledì 14 settembre parlerete di “Omeopatia e alimentazione”: «E’ importante avere un’alimentazione corretta e idonea alle necessità di ciascuno. E’ un’opera di prevenzione rispetto a qualsiasi patologia, dalla parte oncologica legata all’assunzione di proteine animali alle osteoporosi. Una corretta alimentazione dà un apporto energetico senza sovraccaricare la patologia. Ovvia­mente non esiste una regola valida per tutti, siamo tutti diversi. L’importante è che ciascuno impari a nutrirsi in modo corretto, mantenendo anche il valore psicologico ed emozionale del cibo».
In fondo “noi siamo quello che mangiamo”. «Ed è proprio così! Bisogna alimentarsi in maniera naturale, evitando alimenti che possono essere particolarmente tossici. Ci sono diversi livelli di intossicazione del corpo. Lo stesso alimento a qualcuno può causare disturbi intestinali, ad altri problemi respiratori, ad altri ancora apparentemente nulla salvo poi scoprire che è la causa di acne o dermatiti varie – conclude la dottoressa Fignon – Per questo è importante avere una maggiore consapevolezza e imparare a conoscersi un po’ meglio».